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Meditazione Zen

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Messaggio  Emiliano Mer 11 Feb 2009, 19:25

Ciao a tutti, da due anni a questa parte studio e pratico la meditazione zen. Spazzo via i pensieri e con la mente "vuota" seguo il mio respiro, il mio cuore. Per facilitare le pratica della meditazione, mi sono iscritto ad una scuola di arti marziali, la "jing qi shen" di Rimini. La maestra insegna il thai-chi ed il wushu-kung fu, ed è quest'ultimo il corso che frequento io. Attraverso queste pratiche in me si riaccendono la consapevolezza, l'intuito e mille sensibilità sottili. Anche se la posizione del loto o del semiloto è la più appropriata magari accompagnata da un ambiente tranquillo e con un buon aroma di essenze o incensi nell'aria non mi lascio sfuggire anche i piccoli momenti quotidiani "qualsiasi" per meditare. Colgo l'attimo quando sono bloccato nel traffico metropolitano, oppure davanti al computer nelle pause richieste dai tempi di computazione di un qualunque calcolo in esecuzione. Anche questi piccoli momenti diventano preziosi e la mente vuota mi induce ad una visione molto più profonda delle cose e ad uno stato percettivo dove sento con il cervello ed il corpo intero il mondo che mi circonda non più limitato dalla vista dall'udito o dai sensi "convenzionali", per l'appunto uno stato di coscienza superiore.

Di seguito copio un testo trascritto da "il grande libro dello zen di Wong Kiew Kit", un maestro che spero con le sue parole vi porti maggiore chiarezza sull'argomento.

" Fin dall'inizio, non importa se l'illuminazione viene ottenuta all'improvviso o gradualmente, il non-pensiero costituisce la dottrina principale, la non-caratteristica il corpo principale, e il non-dimorare il fondamento principale. Che cos'è la non-caratteristica? La non-caratteristica è trovarsi immersi nelle caratteristiche eppure essere liberi dalle caratteristiche. Il non-pensiero è trovarsi immersi nei pensieri eppure essere liberi dai pensieri. Il non-dimorare è la natura originaria dell' uomo. I pensieri sorgono uno dopo l'altro ma non durano. Pensieri passati, presenti, futuri l'uno dopo l'altro sono connessi, senza intervallo, senza fine. Se un pensiero viene liberato dalla sua dimora, il corpo spirituale si libera dal corpo fisico. Durante il continuo susseguirsi dei pensieri, non lasciate che nessuno dimori in un "dharma". Una volta che un pensiero dimora, tutti quanti imorano. Questa si chiama schiavitù. Quando nessun pensiero dimora, allora non c'è schiavitù. Questo è ciò che si intende quando si dice che il non-pensiero è il fondamento. E' necessario comprendere bene il concetto di non-pensiero. Il non-pensiero non è nè pensiero nè assenza di pensiero. Quindi il non-pensiero trascende il pensiero dualistico. Supponiamo che voi pensiate ad un fiore di loto:questo significa formulare un pensiero. Ora sopprimete il pensiero del loto:esso non sarà più nella vostra mente. Nessuno di questi due processi (avere pensiero e non averlo) è non-pensiero. In un certo senso, il non pensiero viene prima sia del pensiero sia dell'assenza di pensiero. Eppure, considerato da un altro punto di vista, il non pensiero può essere sia pensiero che assenza di pensiero. Perciò, il non-pensiero può verificarsi anche dopo il pensiero o l'assenza di pensiero. Tutti gli studenti Zen dovrebbero dedicarsi in principio allo "zazen" (stare seduti in meditazione). Sedendo o nella posizione completa o in quella intermedia, (del loto o del semi-loto) con gli occhi semichiusi, dovrebbero cercare di vedere il volto originario esistente prima della nascita del loro padre o della loro madre. Questo significa cercare di percepire la condizione esistente prima che i genitori fossero nati, prima che il cielo e la terra fossero divisi, prima che si ricevesse una forma umana. Apparirà ciò che viene chiamato il volto originario. Il volto originario non ha nè colore nè forma, come il cielo vuoto nella cui limpidezza non esiste forma. Ma come ci si esercita per vedere il volto originario?
Il maestro spiega:
<<Ogni volta che si genera un pensiero, gettatelo via. Dedicatevi unicamente a spazzare via i pensieri. Spazzare via i pensieri significa eseguire "zazen". Quando il pensiero viene messo da parte, appare il volto originario.>>
Molto è stato scritto sulla meditazione zen, ma l'essenza della sua pratica è essenzialmente questa: <<Stai seduto nella posizione del loto e mantieni la mente libera da ogni pensiero>>. Questo è ciò che il mio maestro mi disse quando mi insegnò la meditazione zen. "


Infine per concludere in bellezza questo post, incollo due appunti di Osho sullo zen:


"I tempi sono maturi per un Manifesto dello Zen. L’Occidente ha acquisito familiarità, ma cerca di avvicinarsi allo Zen con la mente: ancora non ha compreso che lo Zen è pura non-mente! L’incredibile compito dello Zen è farvi uscire dalla prigione della mente. Non si tratta di filosofia, di intellettualismi. Non è neppure una religione, perché non presenta finzioni, né menzogne, né consolazioni: è il ruggito di un leone. La cosa grandiosa che lo Zen ha introdotto nel mondo è la libertà da se stessi. Questa è l’unica ribellione contro la mente, contro il sé, la sola ribellione che cancella ogni limite che vi imprigiona e che fa compiere un balzo quantico nel nulla. Ma questo nulla è assolutamente vivo, è la vita stessa, è l’esistenza. Il Manifesto dello Zen è semplicemente a favore di questa esistenza. Forse lo Zen è l’unico sentiero che non rifiuta nulla. Si rallegra di ogni cosa, senza condizioni: non ha comandamenti. Lo Zen conosce solo una vita senza confini che assorbe in sé ogni tipo di contraddizione, in una profonda armonia. La notte è in armonia con il giorno, la vita è in armonia con la morte, la terra è in armonia con il cielo. Questa immensa armonia è l’essenza di questo Manifesto che si addice a tutti: uomini e donne, bianchi e negri, hindu e mussulmani, cristiani e buddisti. È un’esperienza, è il risvegliarsi della luce interiore..."

"Esiste un solo metodo per dissolvere la mente e i suoi problemi: uscirne! Dal mio punto di vista la mente in sé è malata. Mentre il vostro essere è sempre sano, non sa cosa sia la malattia, non lo può sapere, non è nella sua natura. Così come la mente non è in grado di conoscere la pace, il vostro essere non può conoscere le tensioni, le ansie, l’angoscia."

Ciao a tutti
Emiliano

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